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Trends 2019: tendenze del mercato

Tecnologia, innovazione e tradizione, puntando sempre più sul legame tra eccellenza imprenditoriale, ruolo dei territori e valore aggiunto di tutto ciò che rappresenta il brand made in Italy, tanto in Italia quanto all’estero: sono queste le direttrici principali della situazione generale del mercato per quest’anno, emerse nel corso della tavola rotonda Trends 2019. Si è trattato di un dibattito promosso – e svoltosi presso la sua sede – dalla Scuola di Palo Alto di Milano, la principale business school italiana non accademica, riconosciuta da anni per qualità della docenza e vicinanza al mondo dell’impresa, partner di un network internazionale presente in 125 paesi, leader mondiale negli strumenti di valutazione per le risorse umane e di supporto alle decisioni organizzative.

Marco Masella (Scuola di Palo Alto), Chiara Osnago Gadda (Monaco Affari)

All’incontro, moderato dalla giornalista Chiara Osnago Gadda, ha partecipato un ampio parterre di personaggi, che godono di un osservatorio privilegiato in quanto esponenti dell’imprenditoria, del settore turistico- alberghiero, tecnologico, degli eventi, della moda, dell’immobiliare e, più in generale, attori con un ruolo importante nella business community, quali ad esempio, Marco Masella, presidente della Scuola di Palo Alto; Damiano De Crescenzo, direttore generale del Gruppo Planetaria Hotels; Gianluca Favro, socio fondatore di RDLB Italia; Max Mantovani, DJ, nonché titolare e fondatore di MMM Production (Max Mantovani Monaco Production, una delle principali società organizzatrici di eventi nel Principato di Monaco); Mario Vigo, imprenditore agricolo con specializzazione nel settore cerealicolo, fondatore del progetto Combi Mais Idrotechnologies; Cristina Stracciari, founder & Business Manager presso Good News; Ugo Pellegrino, imprenditore e presidente di Maira Hotel, la società proprietaria di Santo Stefano Spa Relais; Gian Paolo Baruzzi, da oltre dieci anni esperto di Medical SpA, e di progetti legati al mondo della salute e di gestione dello stress, medicina anti – aging, estetica e nutrizione; Uberto Comunale, partner Zampetti Group; Federica Nencini e Gloria Gaiotto, rispettivamente marketing manager e consulente commerciale di 19.36.

Emerge anzitutto l’importanza di aprirsi al nuovo e di puntare nel rapporto fra impresa, formazione, ricerca e innovazione. “La positività, l’energia, la visione sono il motore propulsivo per andare avanti.” Afferma Marco Masella. “Ciò che all’inizio era solo un’intuizione, si è rivelata una conferma, grazie alle scoperte fatte nell’ambito della neuroscienza e della psicologia positiva che dimostrano come e perché un approccio positivo faccia prosperare imprese e persone. Proprio per questo motivo nel 2013, dopo tre anni di lavoro, la Scuola di Palo Alto ha portato in Italia il Positive Business Forum: due giorni di idee, ricerche e prove scientifiche dalla voce dei massimi esponenti della scienza dell’Happiness sul concetto di positività come elemento caratterizzante il successo e la crescita di imprese, organizzando in seguito il Positive Business Award, l’evento giunto ormai alla sua quarta edizione, nato per dare visibilità e premiare imprese, enti e idee che sono stati capaci di affrontare sfide, risolvere problemi, trovare soluzioni, facendosi ispirare dalla positività. E per questo devono diffondere il loro esempio a macchia d’olio”. Dunque occorre innovare per guardare al futuro, investendo anche sulla tecnologia. Di questo ne è convinto anche Damiano De Crescenzo, che dice: “Planetaria ama rinnovarsi e innovare. In particolare, all’Enterprise Hotel di Milano, ha creato l’unica sala immersiva in Italia, Room 360°, un luogo all’interno del quale, sulle pareti a 360°, immagini e suoni coinvolgono e sollecitano la fantasia di coloro che si lasciano piacevolmente travolgere dalla proiezione. Sedici proiettori Full HD che lavorano in simultanea, trasformano video e immagini statiche in vere e proprie esperienze immersive, conferendo agli eventi, aziendali o privati che siano, alto valore aggiunto”. “Lo sviluppo tecnologico digitale”, afferma Max Mantovani, “e gli approcci alla comunicazione hanno fatto il resto, trasformando gli eventi in forme di live communication integrate, capaci di unire reale e virtuale, e di valorizzare la dimensione dell’entertainment, per rafforzare le capacità di suscitare emozioni e imprimere ricordi nei partecipanti. Dobbiamo, cioè, diventare capaci di vendere il sogno. A mio avviso è quindi anche importante ‘corporarsi’ e fare network affnché si amplifichino le opportunità di fare eventi, e anche contaminare il proprio expertise con altri mezzi, canali e discipline, grazie al ruolo svolto da internet, dai social network e dai video in particolare”. Su questo concorda pienamente Gianluca Favro, che aggiunge: “in questo scenario la parola chiave diventa entertainment, perché è attraverso l’intrattenimento che si ottiene il coinvolgimento del consumatore, permettendogli di vivere la brand experience. Sempre più utenti si stanno affezionando a internet e, in particolar modo, all’opzione dei video a richiesta, resi ancor più accessibili dalla crescente diffusione delle app. Per quanto ci riguarda ad esempio, abbiamo fatto partire il progetto Hashtag Fuori Onda, un canale dove vengono intervistati imprenditori e manager di aziende che si raccontano al pubblico: la piattaforma relazionale che s’innesta quando le aziende si incontrano e si spiegano è sorprendente!”

Ne conviene Cristina Stracciari, fondatrice nel 2016 di Good News, l’agenzia che propone comunicazione senza limiti: di persone, di mezzi, di confini. “Lo Story Telling”, racconta Stracciari, “diventa un vero e proprio racconto digitale da sfogliare con lo smartphone, per far conoscere il proprio brand, i propri prodotti e servizi, affascinando e coinvolgendo i propri clienti. La possibilità poi di allegare una landing page, rende così la Story Telling uno strumento estremamente effcace”. Anche per Zampetti, l’agenzia milanese che tratta immobili di pregio curando di essi non solo la ricerca, l’acquisto e la vendita, ma anche altri aspetti fondamentali (come ad esempio, il supporto dell’architetto, del notaio, etc), il 2019 sarà l’anno del rebranding, in quanto verrà creato il sito zampettigroup.com: il sito corporate dello studio e ne racconterà tutti i valori, il modo di lavorare, gli eventi, ma, soprattutto, racchiuderà e spiegherà la divisione dei due brand: Casa Class (il brand che promuove immobili fino a 1/1,5 milioni di euro) e Zampetti Immobili di pregio (da 1,5 milioni a salire). “Il mercato immobiliare milanese è sempre più in espansione”, ci spiega Comunale, “e per questo, il gruppo si prepara con una nuova immagine e interfaccia web/mobile che aiuti i clienti nella loro ricerca e arrivi ancor di più a tutti i clienti esteri che negli ultimi mesi si stanno spostando in massa su Milano.” Dunque attenzione al cliente, mettendolo sempre al centro, con una cura sartoriale. Per questo motivo, 19.36, un nuovo brand di alta sartoria che prende il nome dalla data di nascita del suo fondatore, si è posto l’obiettivo di diventare una bandiera dell’alta qualità italiana e del suo stile iconico. “Utilizziamo solo materiali e tessuti italiani”, affermano Federica Nencini e Gloria Gaiotto, “ma non vestiamo il cliente imponendogli una moda particolare, bensì lo mettiamo al centro dell’attenzione e vestiamo la sua personalità. Per questo motivo vogliamo fargli vivere una comunicazione vera e viva: nei prossimi mesi daremo vita a un ciclo di trunk show per comunicare dal vivo i capi di 19.36. Per iniziare, partiremo proprio da Monte-Carlo. Ma punteremo anche sulla tecnologia, perché il nostro è un cliente internazionale, abituato a viaggiare e a non restare fisso in un luogo. E a tal proposito, utilizzeremo il canale di Good News”. “Le cose che devono accadere accadono, ovunque tu sia: ti vengono a prendere e un grande aiuto in questo senso lo danno le connessioni”. Racconta Ugo Pellegrino. “Per anni sono stato AD di Nuxe Italia, ma il mio sogno era quello di arrivare a un certo punto della vita e poi cambiare, felice di rifare impresa, felice di non essere mangiato dall’impresa. E così ho dato vita al progetto del Relais Santo Stefano: l’apertura alla seconda parte della mia vita, prendendo la struttura quando era chiusa e tutto intorno c’erano i rovi. Ho messo insieme persone e oggi ho creato 45 posti di lavoro, dando vita alla prima Spa Nuxe in Italia e implementando all’interno della struttura il progetto Longevity & Healty Aging, un approccio alla salute e longevità che si basa su diagnosi, terapia funzionale, alimentazione, medicina estetica naturale e tradizionale, prevenzione, antistress e gestione dello stesso, terapia manuale e fisica, terapie energetiche, attività fisiche”. “La medicina Anti Aging”, aggiunge Baruzzi, “si occupa principalmente di due aspetti: salute e bellezza, ed è per questo che ho accolto con entusiasmo l’invito di Ugo Pellegrino a far sì che il progetto Longevity fosse implementato all’interno del Santo Stefano Relais. Applichiamo così concetti di medicina che permettono agli ospiti di crescere in salute, passando anche attraverso un’alimentazione di qualità”. In effetti una vita al passo con il nuovo che avanza, non può prescindere dalla qualità dei prodotti alimentari. Ne sa qualcosa Mario Vigo, creatore del progetto Combi Mais, dal 2014 attivo su 28 ettari fuori Milano, a Mediglia, nella sua azienda agricola, il cui scopo è produrre di più e produrre meglio, all’insegna dell’innovazione, in maniera sostenibile ma anche salubre. La granella di mais prodotta dall’azienda ha mostrato la quasi totale assenza di microtossine e quindi, la qualità è stata talmente alta da essere adatta al consumo non solo per uso alimentare umano, ma anche per l’uso dei bambini. “Il risultato”, sostiene Vigo, “è stato possibile grazie a un approccio di sistema che ha coinvolto tutte le fasi della produzione: dalla scelta dell’ibrido fino alla raccolta e allo stoccaggio. E a partire dall’autunno 2018 è arrivata sul mercato una farina di polenta sana e sicura: si tratta del prodotto di Combi Mais 5.0, distribuito nei supermercati Iper, Unes, U2”. Dunque, in definitiva, il trend generale viaggia nella direzione di comporre una nuova musica senza però dimenticarsi degli strumenti antichi.

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